Monte Maggiore, tra i villaggi fantasma
PAOLO BROCCOLI
Un tour tra natura, panorami mozzafiato e antichi borghi sul monte
Maggiore e alle falde del verdeggiante massiccio calcareo dell’Alto Casertano, proposto come parco regionale dalla Lipu anche per la presenza del biancone, raro e grosso
rapace con piumaggio bianco nelle parti inferiori.
Prima tappa il
borgo ormai abbandonato di Croce, che si può raggiungere percorrendo i
panoramici tornanti della strada che da Calvi Risorta porta fino all’abitato di Rocchetta e poco
dopo a un incrocio, dove bisogna svoltare a destra e fare qualche chilometro.
Lo scenario che si
presenta al visitatore è davvero emozionante: un gruppo di case è addossato
alla montagna come un villaggio di un presepe, immerso nel silenzio e
attraversato da una stradina che conduce agli eremi di San Salvatore, dove
spiccano curiose rocce per la loro singolare forma, e della Madonna di Fradeianne.
La zona è ideale
per escursioni «catartiche» e rigeneranti, e vi si può godere un panorama
davvero straordinario comprendente, tra le altre cose, le isole campane e pontine, il Vesuvio e il gruppo vulcanico di Roccamonfina, il massiccio calcareo del monte Massico e le cime degli Aurunci,
compreso monte Redentore che affaccia sul golfo di Gaeta.
Da Croce si fa marcia
indietro e arrivati di nuovo all’incrocio si gira a destra, dove inizia il
versante settentrionale di monte Maggiore.
Tra una rigogliosa
vegetazione e altri splendidi panorami, che spaziano dall’Abbazia di Montecassino fino alle vette del Matese,
dopo una breve salita si comincia a scendere fino ad arrivare a Pietramelara, dove, al centro del paese, si trova il borgo
medievale, alla sommità del quale troneggia la torre normanna.
Angoli suggestivi e un dedalo di viuzze fanno la gioia del
visitatore, che ha l’impressione di tornare indietro nel tempo, e sono lo
scenario delle manifestazioni estive che richiamano ogni anno migliaia di
persone.
A solo pochi
chilometri di distanza un altro tuffo nella storia con il borgo antico di Riardo, dominato dal castello che si può raggiungere anche
da uno scalone di pietra locale, posto subito dopo la piazza principale del
paese e lungo il quale si nota la presenza di un antico forno a legna.
Il tour si conclude nel borgo medievale di Teano, distante una manciata
di chilometri. Prima di addentrarsi nel fitto reticolo di vicoli e stradine, è
d'obbligo una visita al Museo Archeologico (l'ingresso è libero), dove sono
esposti pregevoli reperti dell'antica Teanum Sidicinum.
Tra le tante
curiosità del borgo, dove ogni anno si svolge la rappresentazione degli antichi
mestieri ad opera dell'associazione socio-culturale
«Il Campanile», spicca la cosiddetta «Strettola», un cunicolo largo appena
sessanta centimetri e lungo tredici metri, tra i più piccoli d'Italia, che
consente il passaggio di una sola persona per volta. Realizzato nelle mura
antiche tra i vicoli Palombaia e San Lazzaro che
collega, aveva una funzione di difesa.