BOLLETTE “PAZZE”, LE STACCANO IL TELEFONO DI CASA: INSEGNANTE RICORRE ALLA PROCURA

 

CALVI RISORTA

 

Vito Taffuri

 

Le hanno stacca­to il telefono, facendo giustizia da soli, senza neppure il minimo sospetto che quella professoressa di Calvi Risorta (portatrice di handi­cap, insegnante al Liceo scientifica di Caserta) avesse un briciolo di ragione.

 

Ad operare in questo modo è stata la Telecom Italia che per tagliare corto su un contenzioso aperto ("ingiustamente!") su un cospicuo numero di telefonate al 166 dal 25 settembre 2004 al 5 Febbraio del 2004 non ha fatto altro che staccare il telefono della prof., prima impedendole di chiamare in uscita e poi togliendo del tutto la linea, "commenta la professoressa Zanni, "sono convinta di avere ragione, quelle telefonate non le ho mai fatte, perché devo pagare 10.678 euro?".

 

La storia del 166 non è nuova.

 

Così come quella del 709 o del 144.

 

Ma in questo caso le prove in mano a Rita Zanni, 48 anni, insegnante, sono schiaccianti, tanto che a Dicembre ha presentato un espo­sto alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e lo ha spedito per conoscenza alla polizia postale di Napoli.

 

E poi si è trasferi­ta dalla frazione di Petrulo alla città di Caserta nel Gennaio del 2005 per essere più vicina al posto di lavoro, data la sua difficoltà nel camminare.

 

Quindi la telecom Italia non ne ha voluto sapere e la signora Zanni ha dovuto pagare come dai tabulati telefonici della Telecom, anche se la prof. continua  a dire che non ci sono state connessioni al mio provider di internet, quindi è chiaro che l'aggressione è arrivata dall'esterno a mia insaputa.

 

La vicenda di Rita Zanni si inasprisce e diventa anche paradossale quando la Telecom invia i tabulati telefonici ma con le ultime cifre cancellate.

 

"Come pote­vamo difenderci se non ci mostrava­no neppure i numeri che avremmo chiamato?".

 

Poi, dopo un sollecito al Garante arrivano i tabulati in chiaro, e Rita Zanni, scopre che quel nume­ro che ha provocato la bolletta stra­tosferica è intestato ad una società anonima delle isole Cayman.

 

Rita Zanni paga, come suggerisce la stes­sa polizia postale, solo la parte di bolletta riferita alle chiamate ricono­sciute.

 

Nulla da fare. Telecom ha come si suol dire il "coltello dalla parte del manico" e pochi giorni fa le chiude totalmente il telefono.

 

"Abbiamo i telefonini - commenta amareggiata l'insegnante - ma non sono affidabili come una linea fissa e poi sono molto costosi. Mio padre abita a Calvi Risorta, ogni giorno ci sentivamo e scambiavamo due parole. Ora non possiamo più fare neppure questo. Però mi sento vitti­ma di una ingiusta prevaricazione e non voglio cedere".