PRESIDI SANITARI, IL COMUNE ATTACCA L’ASL
Giuseppe Borrelli
Calvi Risorta
L’amministrazione
comunale non vuole perdere l’assegnazione del presidio sanitario Psaut e si oppone alla determinazione dei vertici sanitari
che hanno individuato Capua come sede del servizio.
Una querelle, quella tra l’amministrazione comunale e
l’amministrazione sanitaria dell’Asl Caserta 2, che
rischia di divenire un vero e proprio scontro istituzionale.
Ciò in ragione del
fatto che la maggioranza capeggiata dal sindaco Giacomo Zacchia non intende minimamente
recedere dalla deliberazione regionale che solo pochi mesi fa individuava Calvi
Risorta come Comune capofila per la realizzazione del
presidio sanitario.
Nel Bollettino ufficiale
della Regione Campania del settembre scorso, infatti, era chiaramente riportato
come l’amministrazione regionale avesse determinato
che l’agro caleno, sarebbe dovuto divenire la sede
dei nuovi Psaut che l’Asl
stava per istituire.
Ma poi l’azienda sanitaria ha deciso di
puntare su Capua.
«A questo punto
anche una persona profana di questa materia capirebbe che questa decisione è
illogica e non tiene conto delle reali necessità del territorio - commenta Zacchia - ciò poiché Capua è già
sede di un ospedale e quindi non avrebbe nessun senso insediare un presidio
aperto 24 ore su 24, giorno e notte per 365 giorni all’anno,
in un luogo dove già esiste una struttura sanitaria.
Per questo la
nostra comunità, unitamente a tutti gli altri Comuni coinvolti nell’area che
avrebbe dovuto essere servita dal Psaut, si sente
fortemente penalizzata da questa determinazione.
Pertanto, verranno poste in essere tutte le forme di protesta che la
legge ci consente per manifestare il nostro disappunto e la nostra delusione
per una decisione che ci danneggia in maniera rilevante».
La posizione del
Comune di Calvi è stata espressa in modo ufficiale e formale in una
deliberazione di giunta con la quale si è richiamata la disposizione secondo
cui «i presidi Psaut sono da allocarsi in strutture
diverse dai presidi di continuità assistenziale».
Tale disposizione
normativa, infatti, protenderebbe a favore della tesi supportata
dall’amministrazione comunale calena, poiché un
presidio di continuità assistenziale è certamente
l’ospedale di Capua e pertanto non potrebbe avvenire
la simultanea assegnazione dello Psaut.
Secondo
l’amministrazione di Calvi, inoltre, la decisione dell’Asl
di accorpare i distretti sanitari «comporterà inevitabilmente un progressivo
impoverimento dei già pochi servizi per una utenza in
gran parte costituita da anziani, distribuita su di un vasto territorio e senza
mezzi di comunicazione pubblici.
Tale decisione,
poi, è tanto più penalizzante in quanto presa in
dispregio della disponibilità manifestata nei confronti dell’Asl, sia dai Comuni di Calvi Risorta e Sparanise,
che hanno ristrutturato immobili di loro proprietà per concederli in uso
gratuito quali sedi di uffici e servizi distrettuali, sia del Comune di Pignataro Maggiore che ha appaltato lavori di ristrutturazione
per un proprio stabile da destinare a sede del distretto».
Il prossimo passo
sarà rappresentato, quindi, dall’invio della medesima delibera agli altri enti
interessati, affinché adottino decisioni analoghe, così da poter intraprendere
un’azione comune volta a scongiurare il paventato
accorpamento dei distretti.
«Solo l’ente
regionale può avere la competenza di effettuare tali
modificazioni - conclude Zacchia - Nessuna
amministrazione sanitaria, allora, può arrogarsi il diritto di stravolgere a tal
punto i servizi per un’intera area».