PIROMANE IN AZIONE: BRUCIA IL MONTE GRANDE

 

CALVI RISORTA

 

Le condizioni climatiche di ieri erano da "manuale" per i soliti ignoti piromani, sole e vento forte.

 

Una miscela ideale che va solo 'alimen­tata' con un fiammifero.

 

Così nelle prime ore del pomeriggio di ieri un nuovo incendio è divampa­to sui monti della catena del Montemaggiore, esatta­mente sul monte Grande. Quello di ieri è l'ottavo incendio boschivo in quel­la zona dall'inizio di que­sta estate.

 

Le unità aeree di soccorso sono giunte quasi subito e questo ha consentito sicura­mente di evitare che il danno fosse più grave.

 

L'incendio vastissimo ha bruciato per ore distrug­gendo una grossa fetta di macchia mediterranea.

 

Gli incendi dei boschi, in que­sta zona, sono ripresi quest'anno, con l'arrivo dei primi caldi, quelli veri, iniziando dallo stesso punto dal quale si interruppero nella passata disastrosa sta­gione.

 

Sembra quasi che ci sia una sola mano, un solo regista, animato dalla ferma determinazione di distruggere quanto più bosco possibile su quei monti.

 

La conferma più drammatica a questo dub­bio arriva dal fatto che ieri, in un incendio divampato nelle ore più calde ha ripreso a distruggere la montagna là dove lo scorso anno il fuoco era stato fer­mato dagli aerei e dagli eli­cotteri del servizio antincendio.

 

Come dicevamo è l'ottavo incendio nel corso di pochi giorni in quella zona.

 

Anche quest'anno è inizia­ta la distruzione sistemati­ca dell'area boschiva.

 

Non bastava il disastro di un anno fa, quando con ben cinque incendi, tutti nella stessa zona, furono distrutti centinaia di ettari di bosco.

 

Il disastro dello scorso anno avrebbe dovu­to insegnare qualcosa agli amministratori di Calvi Risorta e di Rocchetta che avrebbero dovuto almeno collocare delle vedette in grado di localizzare tempe­stivamente un incendio permettendo così alle squa­dre di soccorso di arginare prontamente le fiamme.

 

Niente di tutto questo è stato fatto, nessuna misura di prevenzione a tutela del proprio territorio.

 

Così la distruzione siste­matica del patrimonio boschivo della zona, che è un bene per tutta la collet­tività, avviene in modo sistematico.

 

Chi si è recato sul posto, e noi siamo fra quelli, ha potuto notare come le fiamme dalla cima del monte scendevano verso valle.

 

Questo significa, con molta probabilità, che la mano criminale per fare quanto più danno possibile, ha appiccato il fuoco nella parte alta del monte. Occorre iniziare un serio progetto per spezzare l'in­trigato circolo vizioso, pieno di soldi, che lega ad un unico filo, incendi-soccorsi-riforestazione.

 

E' il primo passo per porre fine a queste drammatiche esta­ti di fuoco.

 

Bisogna inizia­re ad incentivare quei comuni che difendono il loro patrimonio boschivo, non chi, a braccia conserte, osserva i propri monti andare in fumo.