VIOLENTA LA FIGLIA MINORENNE: ARRESTATO
CALVI RISORTA
(Redazione Cronaca)
Agricoltore arrestato, su di lui pende la terribile accusa di
violenza carnale consumata per di più nei confronti della figlia minorenne.
Un episodio orrendo, fissato per sempre nella memoria collettiva e
il popolo caleno attendeva solo che fosse fatta
giustizia.
Prove schiaccianti devono aver orientato
il giudizio delle toghe di Santa Maria Capua Vetere ed è scattato l’ordine
di arresto firmato dal giudice.
Ore 16, 30, è scattata ieri, inaspettata e per questo ancora più
efficace, la brillante azione eseguita dal Comando Stazione Carabinieri di Calvi Risorta.
L'uomo, Antonio Arvonio 52 anni
suonati, residente a Calvi Risorta non ha opposto
resistenza. Pare solo che di fronte alle divise sia
come caduto dalle nuvole.
Ha aperto la porta e gli si sono parati davanti i militari dell'Arma: gli uomini della locale stazione agli
ordini del comandante Lucio Campanile, con il professionale supporto
della Radiomobile di Capua;
dopo pochi minuti dal blitz sono scattate le manette ai polsi.
Credeva, forse, di averla fatta franca.
Già, perché, ormai, sono trascorsi oltre cinque anni dall'orrendo atto
compiuto, secondo l'accusa, ai danni della povera figliola.
Per il resto, come spesso in questi casi, gli inquirenti si sono
trovati al cospetto di una persona qualunque.
Non solo. Nel suo quartiere si era conquistata la fama d'indefesso
lavoratore dei campi.
Non il solito contadino ma un vero e proprio agricoltore.
Ma evidentemente, stando alle valutazioni
attuali dei rappresentanti della legge, sotto quella scorza di lavoratore e
padre di famiglia si celava l'indole di un mostro.
Dopo l'arresto l'uomo è stato condotto
presso la locale stazione per poi essere tradotto presso l'istituto
penitenziario di San Tammaro a disposizione dell'autorità giudiziaria che lo
ascolterà per l’interrogatorio di garanzia, oggi, al massimo domani.
Purtroppo, l'episodio di cui è stato protagonista il 52enne di Calvi Risorta non è isolato nel panorama della cronaca
nera della nostra provincia.
Di figlie violentate dai propri padri (anche a dirlo sembra
assurdo) ce ne sono a decine.
Spesso non si tratta di semplici perversioni, ma episodi che
scaturiscono dall'isolamento sociale e dall'ignoranza.
Non a caso nella maggior parte dei casi si sviluppano in famiglie
contadine che hanno pochi rapporti con le comunità a cui fanno riferimento.
Si spera che col tempo di storie come queste
ce ne siano sempre di meno.