Zacchia al
lavoro all'insegna della trasparenza
CALVI
RISORTA
Agli sgoccioli la ‘luna di miele’ con i cittadini-elettori del nuovo sindaco Giacomo
Zacchia e della sua amministrazione.
Si naviga verso il terzo mese e si va verso l’applicazione,
un punto alla volta, del programma elettorale ed ecco che qualche ‘interesse ferito’ per la vittoria di Zacchia leva nell’aria urla da
secchia rapita.
Eppure, la ricetta del nuovo ‘premier caleno’
la conoscono tutti, gli ingredienti (secondo le
intenzioni) sono gli stessi che ne hanno determinato la vittoria: trasparenza,
coinvolgimento popolare e periodiche verifiche delle cose fatte, di quelle da
fare e del tempo a disposizione per realizzarle.
Già, ma si profilano all'orizzonte (questo è il punto) uno
scoglio, una serie di trappole e una sassaiola d’ingiurie; le armi improprie
con le quali un’oscura e non meglio identificata ‘cricca di nostalgici’
fa circolare voci secondo le quali intere famiglie di dubbia fama avrebbero ‘aiutato’ il farmacista a vincere le elezioni.
“Illazioni allo stato puro”.
Questa la replica di primo conio. Ma,
già solo a leggere la ricetta amministrativa di Zacchia per i prossimi anni a
Calvi Risorta ecco che crolla il castello d’accuse che arrivano da lontano.
Ma la vera replica è in questo silenzio del sindaco che
non reputa degne di nota ‘parole dette e purtroppo anche scritte al solo scopo,
evidentemente, d’infangare chi è riuscito a destabilizzare e capovolgere un
regime politico’ con ramificazioni (questo si)
extracomunali e che andava avanti da un decennio e che intendeva replicarsi per ‘partenogenesi’.
Non aveva fatto i conti con l’elettorato, stanco e con la voglia
di cambiare.
A sostegno dell’assunto i nomi e i volti che hanno fatto
la differenza e che appartengono alle più variegate istanze
sociali locali: un viso della televisione, ma anche un infermiere, un avvocato,
un impiegato delle poste.
Nessun nulla facente, insomma, nella lista di Zacchia, che
possa porgere il destro alla più pallida ipotesi di voti regalati, comprati, o
dati in permuta dietro la promessa di futuri favori.
E allora, viene da chiedersi: ma
chi sono questi ‘signorotti’ che bussano, con il
pugno pieno di fango, alle porte della nuova amministrazione?
La politica, forse, non è deputata a dare una simile
risposta più degna d’approdare inesorabilmente sul tavolo di un magistrato.