Capannoni ed insediamenti industriali al posto di oliveti secolari

 

Calvi Risorta

(Casertanews 08/07/04)

Il Piano di Insediamento Produttivo del Comune di Calvi Risorta prevede la costruzione di capannoni ed insediamenti industriali al posto di oliveti secolari a ridosso dell'area archeologica dell'Antica Cales.

Il piano, redatto dall'ex amministrazione Caparco, prevede l'espianto di circa 1500 ulivi, alcuni dei quali secolari, per dare spazio alla costruzione di infrastrutture industriali da affittare ad aziende private che ne faranno richiesta.

Intervengono sulla questione i comitati di base di tutela ambientale che, attraverso i Verdi Agro Caleno fanno sapere «Non riusciamo a capire come mai si è individuato tale sito per la realizzazione dell'indotto industriale. Su tali terreni, tutti coltivati ad oliveti secolari persiste, tra l'altro, il vincolo archeologico della soprintendenza che vieta finanche di lavorare la terra con l'aratro per una profondità superiore a 30 cm. Esistono delle leggi nazionali che tutelano gli oliveti autocni, a Calvi le cosiddette “Olivastre” una varietà della Corniola che può raggiungere anche i 1000 anni».

Si teme che tali varietà vengano espiantate e gli esemplari più antichi vadano ad alimentare il commercio di olivi secolari. I Comitati di Base continuano «L'ulivo nel giardino del Nord è diventata una stupida mania, una moda sciocca per ricchi, come il pitone o il ghepardo in casa. Questa pianta non sopporta le temperature inferiori ai 5 gradi e quindi è frequentemente destinata a soccombere per le gelate. Speriamo che gli olivi di Calvi non vengano deportati anche perché chi le acquista non è soltanto uno snob senza scrupoli, non molto diverso da coloro che foraggiano il macabro commercio delle pellicce, è anche un gonzo il quale si è fatto alleggerire di una somma che per gli esemplari più antichi può giungere fino a 12.000 euro per avere in cambio qualcosa che nel giro di pochi inverni, rischierà di trasformarsi in null'altro che un mucchio di legna da ardere ».

Gli ambientalisti portano all'attenzione pubblica il problema della tutela di piante secolari definiti musei naturalistici. Dal canto loro l'attuale amministrazione comunale attraverso l'assessore alle politiche agricole Remo Cipro fa sapere: «Non si può non considerare il legame affettivo rappresentato da queste piante per le famiglie degli agricoltori che le hanno piantate, che le hanno viste crescere anno dopo anno, quindi se possiamo rendere, a queste persone, un po' meno gravoso l'esproprio per questi terreni, restituendo loro gli ulivi presenti sul posto, credo che si debba provare a farlo.

Poi però, ci dovranno essere le assicurazioni che tali essenze saranno effettivamente reinnestate in altri fondi, e solo così avremo la giusta motivazione per cercare di porre in essere un piano di salvataggio che comporta, comunque, mille difficoltà e problematiche di ogni genere».