PER L’INSEDIAMENTO DEL
PIP, I CAPANNONI SPAZZANO VIA GLI OLIVETI. I VERDI: UNO SCANDALO
CALVI RISORTA
II Piano di Insediamento
Produttivo del Comune di Calvi Risorta prevede la costruzione di capannoni ed
insediamenti industriali al posto di olivetì secolari
a ridosso dell'area archeologica dell'Antica Cales.
Il piano, redatto dall'ex amministrazione Caparco, prevede l'espianto di circa 1500 ulivi, alcuni dei
quali secolari, per dare spazio alla costruzione di infrastrutture
industriali da affittare ad aziende private che ne faranno richiesta.
Intervengono sulla questione i comitati di base di tutela ambientale che,
attraverso i Verdi Agro Caleno
fanno sapere: "Non riusciamo a
capire come mai si è individuato tale sito per la realizzazione dell'indotto
industriale. Su tali terreni, tutti coltivati ad olivetì
secolari persiste, tra l'altro, il vincolo archeologico della soprintendenza
che vieta finanche di lavorare la terra con l'aratro per una profondità superiore
a 30 cm. Esistono delle leggi nazionali che tutelano gli uliveti ameni, a Calvi
le cosiddette "Olivastre" una varietà della Corniola che può raggiungere
anche ì 1000 anni".
Si teme che tali varietà
vengano espiantate e gli esemplari più antichi vadano
ad alimentare il commerciò di olivi secolari.
I Comitati di Base continuano
"L'ulivo nel giardino del Nord
è diventata una
stupida mania, una moda sciocca per ricchi, come il pitone o il ghepardo in
casa. Questa pianta non sopporta le temperature inferiori ai 5 gradi e quindi è
frequentemente destinata a soccombere per le gelate.
Speriamo che gli olivi
di Calvi non vengano deportati anche perché chi li acquista
non è soltanto uno snob senza scrupoli, non molto diverso da coloro che foraggiano il macabro commercio delle pellicce,
è anche un gonzo il quale si è fatto alleggerire di una somma che per
gli esemplari più antichi può giungere fino a 12.000 euro per avere in
cambio qualcosa che nel giro di pochi inverni, rischierà di trasformarsi in null’altro
che un mucchio di legna da ardere
"Gli ambientalisti portano all’attenzione pubblica il problema della
tutela di piante secolari definiti musei naturalistici.
Dal canto loro
l'attuale amministrazione comunale attraverso l'assessore alle politiche
agricole Remo Cipro fa sapere: "Non si può non considerare il legame affettivo
rappresentato da queste piante per le famiglie degli agricoltori che le hanno
piantate, che le hanno viste crescere anno dopo anno,
quindi se possiamo rendere, a queste persone, un po' meno gravoso l'esproprio
per questi terreni, restituendo loro gli ulivi presenti sul posto, credo che
si debba provare a farlo. Poi però, ci dovranno essere le assicurazioni che
tali essenze saranno effettivamente reinnestate in altri fondi, e solo se
avremo la giusta motivazione per cercare di porre in essere un piano di salvataggio
che comporta, comunque, mille difficoltà e
problematiche di ogni genere”.